Chi siamo

La casa editrice Duende viene fondata nel 2010. Il marchio è parte del gruppo editoriale Galaad Edizioni snc e nasce con l'intento di dare voce e visibilità a tutti coloro che vogliono pubblicare la loro opera seguiti da editors, redattori e grafici che ne cureranno il testo con professionalità. Non stampiamo il vostro libro così com'è, ma lavoriamo con l'autore per migliorare il suo scritto e pubblicare un libro che possa essere apprezzato e immesso nei vari canali distributivi.

Perché Duende?
Nel folklore spagnolo il Duende è un folletto, un elfo che rappresenta quello spirito magico, quella forza misteriosa da cui l'artista viene pervaso nel culmine dell'atto creativo. Federico Garcia Lorca, in "Gioco e teoria del duende" del 1933, ci spiega il significato del Duende:

"Chi si trova nella pelle di toro che si estende tra il Júcar, il Guadalete, il Sil o il Pisuerga (non voglio citare le onde di criniera di leone che agita il Plata), sente dire con una certa frequenza: «Questo ha molto duende». Manuel Torres, grande artista del popolo andaluso, diceva a uno che cantava: «Hai voce, conosci gli stili, ma non ce la farai mai, perché non hai duende»."

"Così, dunque, il duende è un potere e non un agire, è un lottare e non un pensare. Ho sentito dire da un vecchio maestro di chitarra: «Il duende non sta nella gola; il duende sale interiormente dalla pianta dei piedi». Vale a dire, non è questione di facoltà, bensì di autentico stile vivo; ovvero di sangue; cioè, di antichissima cultura, di creazione in atto."

"Per cercare il duende non v’è mappa né esercizio. Si sa soltanto che brucia il sangue come un topico di vetri, che prosciuga, che respinge tutta la dolce geometria appresa, che rompe gli stili, che fa sì che Goya, maestro nei grigi, negli argenti e nei rosa della migliore pittura inglese, dipinga con le ginocchia e i pugni in orribili neri di bitume; o che spoglia Don Cinto Verdaguer con il freddo dei Pirenei, o porta Jorge Manrique ad attendere la morte nella landa di Ocaña, o copre con un vestito verde da saltimbanco il delicato corpo di Rimbaud, o mette gli occhi da pesce morto al conte di Lautréamont nell’alba del boulevard."

"Il sopraggiungere del duende presuppone sempre un cambiamento radicale di ogni forma rispetto a vecchi piani, dà sensazioni di freschezza del tutto inedite, con una qualità di rosa appena creata, di miracolo, che produce un entusiasmo quasi religioso."